La parodontite è una malattia dentale ad eziologia batterica e a patogenesi infiammatoria, nonché il più grave stadio dei disturbi gengivali.
Nota anche come piorrea, è una patologia piuttosto subdola che – se non curata – porta alla distruzione dei tessuti che assicurano sostegno e stabilità ai denti. Spesso, pertanto, il primo sintomo che allarma il paziente consiste nell’aumento della mobilità dentale, che, in assenza di trattamenti adeguati, progredisce lentamente fino alla caduta degli stessi. È una malattia batterica che colpisce i tessuti di supporto dei denti. Ne soffre il 60% degli italiani, anche se spesso la diagnosi è tardiva poiché i sintomi possono non dare manifestazioni evidenti o venire ignorati troppo a lungo.
Alcuni dei sintomi della malattia parodontale sono: gengive infiammate o sanguinanti, recessione e dolore gengivale, sensibilità al caldo e al freddo, denti che vacillano… ma la parodontite può anche essere subdola e non dare segnali evidenti.
Se non intercettata per tempo, può portare ad ascessi gengivali, dolori, riassorbimento osseo e conseguente mobilità e perdita dei denti.
Alito cattivo
Generalmente, vi è assenza di dolore
Leggero sanguinamento delle gengive allo spazzolamento (o per altri stimoli modesti come la masticazione di cibi duri).
Strano sapore in bocca e cambiamento di colore (rossore), consistenza (rammollimento) o forma (gonfiore) delle gengive.
Alitosi marcata
Fastidi di lieve entità fino alla dolenzia diffusa dei denti.
Sanguinamento severo
Recessioni gengivali con esposizione delle radici
Comparsa di spazi tra i denti
Eccessiva mobilità dentale
In un primo stadio, il processo infiammatorio che accompagna la parodontite interessa tipicamente le gengive (gengivite). Il sintomo più caratteristico di questa flogosi è rappresentato dal sanguinamento delle stesse, che si manifesta anche in seguito a traumi di modesta entità, come lo spazzolamento energico o la masticazione di cibi duri. Inoltre, una gengiva infiammata perde la naturale consistenza duro-elastica e le sfumature rosate che la caratterizzano, lasciando spazio a rossori e gonfiori anomali.
La gengivite, come del resto la parodontite, è primariamente dovuta alla placca dentale, quella sorta di patina appiccicosa che si distribuisce sulla superficie dei denti al termine dei pasti. Dietro questo materiale opalescente si nascondono piccolissimi residui di cibo ed intere colonie batteriche. Tanto più vengono lasciati liberi di proliferare, tanto più questi batteri aderiscono tenacemente alla superficie del dente, richiamando minerali ed altre sostanze, presenti nella saliva, che fungono da vero e proprio “scudo protettivo”.
Questa sorta di corazza è chiamata tartaro e la sua durezza è tale per cui nemmeno i normali interventi di igiene orale (spazzolamento, collutorio, filo interdentale) riescono a scalfirla; l’unica soluzione, in questi casi, è sottoporsi ad un intervento di detartrasi professionale nello studio del dentista. Una visita fastidiosa, di cui molti farebbero volentieri a meno, ma importantissima per la salute dei nostri denti.
Una gengivite trascurata, infatti, porta ad una retrazione del normale solco gengivale, fino a formare – con la complicità della placca batterica che l’ha generata – le cosiddette tasche parodontali. In conseguenza dell’infiammazione, infatti, le gengive si retraggono e si formano queste “tasche”, il cui nome è tutto un programma; tasca, infatti, rende l’idea di protezione, di un luogo relativamente sicuro e riparato dalla saliva con le sue cellule immunitarie e dai farmaci. Purtroppo, a beneficiare di tutto ciò non sono i nostri denti, ma alcuni batteri della placca; così, in assenza di interventi, i germi anaerobi si moltiplicano inesorabilmente fino ad estendere il processo infiammatorio al parodonto ed alle ossa che fanno da base ai denti. Le tossine prodotte durante il loro metabolismo, infatti, aggrediscono le cellule dei tessuti parodontali, inclusi gli osteoblasti (cellule adibite alla riproduzione dell’osso che sostiene il dente).
Il tutto, purtroppo, avviene spesso in maniera asintomatica, tanto che la parodontite può progredire ed aggravarsi senza quasi accorgersene. Purtroppo, tanto più tardivamente viene diagnosticata e tanto più la malattia è difficile da trattare; i costi ed i rischi degli interventi lievitano fino a sconfinare, nei casi più gravi, all’irreversibilità del processo. Nello stadio più avanzato, per la perdita del suo naturale sostegno, si assiste alla caduta del dente.
Spesso vengono proposte terapie invasive ed aggressive, dando per persi denti che in realtà possono essere salvati. Allo studio Marchesi Associati proponiamo una terapia causale non chirurgica che permette di rimuovere i batteri patogeni dalla bocca, sanificando le tasche parodontali presenti, ottenendo una vera e propria bonifica della bocca in modo da preservare i tuoi denti dall’estrazione.
La terapia causale consiste in una sola seduta, secondo il protocollo della Full Mouth Disinfection (FMD), approvato dalla Sidp, durante la quale viene sanificata la bocca del paziente, eliminando le cause responsabili della malattia parodontale.
Nel nostro studio, lo specialista che si occupa della malattia parodontale è il Dott. Superbi, che ha esperienza ventennale nel trattamento della malattia parodontale con metodiche moderne volte a preservare gli elementi dentari del paziente affetto da parodontite.
Occupandosi anche di trattamenti endodontici e ricostruttivi, la sua missione è quella di salvare i denti naturali, ripristinando il sorriso di ciascun paziente, patrimonio personale da salvaguardare.